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mag112023

Medicina di genere non rilevante sul controllo dell'asma in età pediatrica. Lo studio italiano

La medicina di genere, dagli studi di fisiopatologia differenziale, sta trovando sempre più diffusa applicazione in pratica clinica. Tra le varie discipline, la pneumologia sta focalizzandosi sul diverso impatto tra maschi e femmine sull'asma. È questo il tema di una 'Letter to the editor' pubblicata sull'ultimo numero degli "European annals of allergy and clinical immunology", rivista ufficiale dell'Aiito (Associazione allergologi immunologi italiani territoriali e ospedalieri) e della Spaic (Sociedade portoguesa de allergologia e imunologia clinica), edita da Edra.

«Attualmente, il controllo dell'asma è la strategia fondamentale nella gestione dei pazienti con asma, come affermato dal documento Global initiative for asthma (Gina)» ricordano gli estensori del testo: Maria Angela Tosca, Centro Allergologia, Dipartimento di Pediatria, Istituto Giannini Gaslini di Genova; Irene Schiavetti, Dipartimento di Scienze della salute dell'Università di Genova; Gian Luigi Marseglia, Clinica Pediatrica, Dipartimento di Pediatria, Policlinico San Matteo, Università di Pavia; e Giorgio Ciprandi, Clinica allergologica, Casa di Cura Villa Montallegro, Irccs - Azienda ospedaliera universitaria San Martino di Genova. «La valutazione del controllo dell'asma dovrebbe essere basata su una valutazione globale di sintomi, funzione polmonare, uso di farmaci, limitazioni e percezione della respirazione» proseguono Tosca e colleghi, specificando che «la percezione del controllo dell'asma può essere valutata in modo standardizzato tramite il questionario Asthma control test (Act)». A tale proposito, segnalano gli autori, un recente studio (Ricciardolo FLM, et al. Int Arch Allergy Immunol, 2020) ha valutato un ampio gruppo di pazienti ambulatoriali con asma in un contesto real-world. «È interessante notare che il controllo dell'asma, valutato con misure oggettive e soggettive, non è stato influenzato dal genere» sottolineano Tosca e colleghi. «Tuttavia, le differenze tra adulti di sesso femminile e maschile riguardavano solo la funzione polmonare e il fumo. Le donne asmatiche avevano valori di Fvc e Fev1 più alti rispetto agli uomini, ma gli uomini fumavano più delle donne. A parte ciò, non vi erano differenze significative tra i generi. Coerentemente, gli autori affermano di non aver riportato, in un proprio studio (Ciprandi G, et al. J Asthma, 2011), «alcuna differenza tra bambini maschi e femmine con asma in termini di funzione polmonare e percezione di mancanza di respiro. Tuttavia, alcuni studi pediatrici non indagano sulla valutazione del controllo dell'asma».

A questo proposito, la Società italiana di allergia e immunologia pediatrica (Siaip) ha recentemente istituito uno studio prospettico - denominato "ControL'Asma" - per indagare il controllo dell'asma in bambini e adolescenti gestiti nella pratica clinica. «Poiché l'asma e l'allergia sono eventi dinamici» scrivono gli specialisti «il presente studio mirava a confrontare i generi in relazione al controllo dell'asma e altre caratteristiche clinico-funzionali in bambini e adolescenti reclutati in un contesto reale, come le cliniche pediatriche italiane di allergia e asma di terzo livello». Lo studio trasversale ha incluso 471 bambini e adolescenti visitati consecutivamente in 10 cliniche pediatriche italiane di terzo livello. La diagnosi di asma è stata eseguita seguendo i criteri del documento GINA. Tutti i pazienti sono stati attualmente trattati secondo le linee guida Gina basate sul livello di controllo dell'asma. «I dati clinici sono stati registrati mediante un modulo elettronico di segnalazione dei casi appositamente progettato per questo studio» specificano. «A causa della natura di questo studio, non è stata necessaria alcuna giustificazione della dimensione del campione in quanto non è stata testata alcuna ipotesi formale a priori. Il riepilogo descrittivo dei dati è stato espresso in frequenza (percentuale); deviazione media ± standard; intervallo mediano e interquartile (Iqr)». Analisi dei dati: sono state eseguite due analisi separate, considerando in modo indipendente bambini e adolescenti. Qualsiasi relazione tra variabili categoriali è stata valutata mediante il test del Chi-quadrato o il test esatto di Fisher, a seconda dei casi. Il test t dei campioni indipendenti o il test U di Mann-Whitney è stato utilizzato per confrontare le variabili continue. «Il genere maschile era prevalente sia nei bambini che negli adolescenti. Nei primi, non vi era alcuna differenza significativa tra femmine e maschi per quanto riguarda Bmi, rinite, fenotipo alto di tipo 2, classi Aria, funzionalità polmonare, livello di controllo dell'asma, punteggio Act (cAct) e percezione dei sintomi dell'asma da parte dei genitori e dei medici dei bambini. La funzione polmonare differiva tra i sessi negli adolescenti: i maschi avevano valori di Fvc e Fev1 più bassi rispetto alle femmine (p = 0,006 e 0,02, rispettivamente). Questi risultati non hanno evidenziato differenze significative tra bambini di sesso femminile e maschio, principalmente per quanto riguarda il livello di controllo dell'asma, valutato sia dai criteri Gina che dal cAct. Altre variabili cliniche, tra cui la percezione di affanno, comorbilità e funzione polmonare, erano simili in entrambi i sessi. Sostanzialmente, gli stessi risultati sono stati osservati negli adolescenti, ma la funzione polmonare, sebbene i valori più alti osservati nelle femmine fossero privi di rilevanza clinica. Curiosamente, c'era un'inversione tra i sessi sulla quota di soggetti con asma incontrollata. L'asma non controllata era più prevalente nei bambini maschi (14,8% vs 10%) e nelle adolescenti femmine 14,1% vs 8,1%), anche se senza significatività statistica. Questi risultati hanno confermato i risultati precedenti ottenuti in età adulta».

Pertanto, osservano Tosca e coautori, l'impatto di genere sembra essere scarsamente importante nei pazienti con asma, se non per la diversa prevalenza: più alta nei bambini maschi e negli adolescenti, ma più alta nelle donne. «Questi risultati potrebbero rappresentare un rischio di parzialità» ammettono. «Tuttavia, questi risultati sono stati ottenuti in un contesto di vita reale, come derivato da dieci cliniche pediatriche italiane. Questi dati riflettono ciò che si è verificato nella pratica clinica e hanno delineato la rilevanza del genere nell'influire sulla prevalenza dell'asma». I risultati attuali sono in conflitto con un recente studio cinese che ha mostrato come il sonno materno, l'attività fisica e il tempo trascorso davanti allo schermo durante la gravidanza fossero significativamente associati al rischio di allergie infantili, principalmente nei maschi (Chen Y, et al. Respir Res, 2020). «Tuttavia», fanno notare gli esperti, «l'impostazione era diversa e il controllo dell'asma non è stato studiato». Un altro studio - che ha valutato soggetti (fascia di età 10-18 anni) della coorte di nascita dell'Isola di Wight (Patel R, et al. Clin Exp Allergy. 2021) - ha dimostrato che c'era una differenza di genere relativa alla metilazione del Dna, associata al rischio di asma. «Tuttavia», sottolineano Tosca e coautori, «anche tale studio non ha affrontato il controllo dell'asma». Inoltre, uno studio coreano ha dimostrato che c'era una differenza di genere tra i fattori associati all'iperreattività bronchiale (Kim YH, et al. Clin Exp Pediatr, 2021), ma anche in questo caso il controllo dell'asma non è stato studiato. «D'altra parte» riconoscono gli studiosi italiani «il nostro studio real-world presenta una sola limitazione principale correlata al fatto di essere stato eseguito con disegno trasversale. Pertanto, dovrebbero essere eseguiti ulteriori studi longitudinali per confermare questi risultati. D'altra parte, l'impostazione real-world dello studio ha permesso di rappresentare la pratica quotidiana di una clinica asmatica di terzo livello, in grado di affrontare una vasta gamma di gradi di severità dell'asma. Inoltre, a causa della natura esplorativa di questo studio, non è stato fornito alcun calcolo della dimensione del campione a priori. In conclusione» dichiarano Tosca e colleghi «lo studio "ControL'Asma" non ha mostrato differenze clinicamente rilevanti tra i generi, circa il controllo dell'asma, la percezione dei sintomi, la funzione polmonare e le comorbilità, nei bambini e negli adolescenti italiani con asma».

Arturo Zenorini

Eur Ann Allergy Clin Immunol, 2021 Oct 6. doi: 10.23822/EurAnnACI.1764-1489.235. [Epub ahead of print]
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34612027/


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