Politica e Sanità

mar172021

Covid-19, Speranza su caso AstraZeneca: Non incrina fiducia nei vaccini. La campagna va avanti

«Il governo italiano considera i vaccini la prima vera chiave per chiudere questa stagione, quanto avvenuto nelle ultime ore non incrina la nostra fiducia, la campagna di vaccinazione va quindi avanti e dovrà accelerare anche con l'aumento delle dosi che avremo a disposizione, l'auspicio è che già da domani possa arrivare una risposta dall'Ema. Abbiamo massima fiducia e pretendiamo il massimo livello di sicurezza», ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, in audizione alle Commissioni riunite Affari sociali di Camera e Senato.

Il numero uno del dicastero della Salute assicura che «la campagna di vaccinazione va avanti e deve accelerare anche grazie all'aumento delle dosi - aggiunge - Se nel secondo trimestre l'attesa è di circa 50 milioni di dosi di vaccino in arrivo, nel terzo trimestre l'attesa è di circa 80 milioni. Ciò significa che siamo nelle condizioni di sviluppare una accelerazione molto significativa della campagna vaccinale». Sul vaccino Johnson & Johnson, già approvato dall'Ema, l'auspicio del ministro è che «dopo la metà di aprile possano arrivare le prime dosi». In merito al Curevac, «c'è la possibilità che arrivi anche per nel secondo trimestre, non c'è una data fissata da Ema per l'autorizzazione, c'è una rolling-review in corso e l'auspicio di tutti noi è che entro la fine di maggio ci possa essere questa data, questo consentirebbe i primi arrivi già alla fine del secondo trimestre».
Speranza ha poi spiegato i motivi della risalita della curva epidemiologica, la ragione «è da connettersi nella presenza di varianti che hanno una maggiore capacità diffusiva, oltre il 54% dei casi in Italia fa riferimento alla variante inglese, sono presenti la variante sudafricana ma in una misura più bassa e c'è una presenza significativa sotto il 5% della variante brasiliana. Di fronte a queste varianti - ha aggiunto Speranza - abbiamo adeguato le misure, nell'ultimo decreto abbiamo disposto ulteriori misure di contenimento che porterà la curva sotto controllo in un tempo congruo, la situazione non è semplice ma c'è una ragionata fiducia. Nel prossimo trimestre l'attesa è di oltre 50 milioni di dosi di vaccini in arrivo nel nostro Paese, di cui 7,3 di J&J, nel terzo trimestre è di circa 80 milioni di dosi in arrivo. La situazione di questo marzo non è paragonabile al marzo scorso, abbiamo 4 vaccini approvati e 3 disponibili». Speranza poi fa sapere che il Governo sta lavorando a due interventi normativi: «Uno per favorire l'impegno di farmacie e di infermieri nella campagna di vaccinazioni e per favorirne l'accelerazione». Il ministro ha poi definito una «priorità» investire nella «trasformazione digitale del nostro sistema sanitario», precisando che «è un lavoro che deve cominciare dal cuore stesso del sistema. Ciò che serve è una centrale di calcolo per elaborare la grande quantità di dati disponibili, anche per la costruzione di scenari. Questi mesi ci hanno insegnato l'importanza dei modelli predittivi, pertanto è necessario costruire un modello unico».

Speranza si è poi soffermato sul Recovery fund. «Se da qui a fine legislatura riuscissimo a governare l'epidemia e contemporaneamente a riprogettare il Servizio sanitario nazionale, lasceremmo un segno nel nostro Paese», ha spiegato. Il Recovery fund «è un pezzo di questo disegno ma avremo bisogno di continuare a investire con il bilancio tradizionale dello Stato e in altri ambiti che ci sono. In questo quadro, però, avere uno strumento come il Recovery va nella direzione giusta». «Abbiamo una fase oggettivamente straordinaria, in cui provare a gestire non solo l'emergenza, che pure è la priorità, ma anche a "utilizzare" questo passaggio storico di rinnovata centralità del Servizio sanitario nazionale per provare a costruire un progetto di riforma e rilancio. Questo è il momento. C'è una consapevolezza diffusa - ha proseguito - per dire che bisogna chiudere definitivamente la stagione dei tagli e aprirne una di investimenti». «Poi penso che non bastino le risorse, perché oltre alle risorse serve un impianto di riforma» ha concluso il ministro.
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