gen102022
Fragilità, Morini (Siti): "Primo passo è riconoscerle, poi serve intervento corale"
"È necessario che i professionisti, le organizzazioni di assistenza primaria e quelle di sanità pubblica, agiscano sinergicamente su individui e popolazioni fragili secondo un approccio 'life course'".
Mara Morini, Coordinatrice nazionale del Gruppo di lavoro 'Primary Healthcare' della Società italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (Siti) parla delle tante sfaccettature della fragilità, definendola come uno dei futuri core business in sanità pubblica.
"Come Siti - spiega Morini a Doctor33 - già tre anni fa, abbiamo costituito un gruppo di lavoro che lavora sulle fragilità e abbiamo capito che, in primis, bisogna riconoscerle. La fragilità può essere una condizione di tipo psicosociale, ma anche cognitiva o fisica. Ma spesso questi tre aspetti si sommano o si alternano. È per questi motivi che la fragilità ha bisogno di una coralità a livello di individuazione di approcci e intervento". E, dunque, fondamentale definire alcuni strumenti di screening semplici e immediati che il medico possa effettuare in modo preliminare per valutare se il paziente presenti una o più condizioni di fragilità. "Questo strumento, semplice e univoco - continua Morini - potrà avere il duplice obiettivo di intercettare in modo preventivo condizioni di fragilità prima che diventino eccessivamente complesse e quindi abbiano un impatto in termini di risorse elevato, e in secondo luogo di valutare le strategie terapeutiche più idonee per quel tipo di pazienti. Questo potrebbe essere un primo passo per garantire sostenibilità ed equità delle risorse sanitarie in un futuro in cui sarà necessario un'ottimizzazione di quest'ultime".
Rossella Gemma