ago302021
Medici no-vax, ecco le prime sospensioni. Conseguenze per gli assistiti dei Mmg e incertezze su durata
Sospesi dall'esercizio della professione, ma anche - se convenzionati - dall'esercizio della medicina di famiglia o della pediatria, e qui sono guai per gli assistiti perché specialmente al Nord mancano sostituti. Accade da Nord a Sud, in Sicilia come in Lombardia, a Lecco la sospensione di un medico lascia scoperti oltre mille assistiti: e non è il solo convenzionato. L'Ats di Bergamo ha appena firmato due delibere per sospendere direttamente altrettanti medici di assistenza primaria: nel documento per motivi di privacy è oscurato il nome. La delicata conta si avrà a giorni quando la Fnomceo riceverà l'elenco definitivo di tutti i medici sospesi.
In questi giorni arrivano le prime delibere di sospensione da parte degli ordini provinciali, attuate su input dell'Asl come da procedura ex decreto legge 44/2021. Ma c'è già un calcolo a spanne di 150-200 non vaccinati. Tra i non vaccinati, dichiara il presidente
Filippo Anelli ad AdnKronos, potrebbe esserci anche chi ha una motivazione valida di salute. Inoltre, «ci siamo accorti di colleghi vaccinati in una regione ma che lavorano in un'altra». Tra gli ordini che hanno avviato le prime sospensioni c'è quello di Torino dove sono arrivate le prime sei lettere ad altrettanti camici iscritti. L'ordine presieduto da
Guido Giustetto ha scelto di rendere pubblici i provvedimenti presi. E ricorda come funziona l'iter: l'Asl, che presiede alla campagna vaccinale, ha gli elenchi dei medici e quelli dei vaccinati, individua chi non si è vaccinato, trasmette a quest'ultimo, al suo datore di lavoro e all'Ordine l'atto di accertamento; l'adozione di tale atto determina la sospensione del diritto di svolgere prestazioni che implichino contatti interpersonali o comportano qualsiasi altra forma di rischio di diffondere il contagio da Covid 19. Non appena riceve la comunicazione dall'Asl, l'ordine avvisa del provvedimento gli iscritti non vaccinati e li sospende in virtù del fatto che la legge (decreto legge 44/2021 articolo 4) gli dà un potere ricognitivo ai fini dell'aggiornamento degli albi, senza offrirgli margini di discrezionalità: un concetto importante ai fini dell'attribuzione di responsabilità per l'interruzione dell'attività professionale ed economica dell'iscritto.
L'Ordine di Torino aggiunge che la misura presa è stata resa pubblica. Negli albi a disposizione sul sito dell'Ordine per essere consultati da tutti i cittadini, è riportata accanto al nome di ogni medico interessato la dizione "Limitazione all'esercizio professionale art. 4 DL 44/2021". «Il rifiuto di vaccinarsi va contro, oltre che alle evidenze scientifiche, a diversi principi e precetti del nostro codice deontologico, che pone il medico in posizione di garanzia nei confronti dei cittadini che a lui si rivolgono», dice Giustetto. «EÌ paradossale che proprio un medico possa diventare fonte di malattia per i suoi pazienti. Vi eÌ il diritto di non vaccinarsi? Bene, allora questi colleghi si tolgano il camice e cambino lavoro».
A Firenze, il consiglio dell'Ordine decide in queste ore se ratificare cinque sospensioni su altrettanti nominativi segnalati dall'Asl. Il presidente Omceo Fi,
Pietro Dattolo aggiunge che il quinto medico è prenotato per la vaccinazione il 30 agosto. In linea di principio, concorda con Giustetto: «Un medico che ha posizioni no vax dovrebbe avere il buon senso di cambiare professione». E sottolinea: «La vaccinazione non è una questione di 'opportunismo'. È un atto di generosità, di altruismo, di serietà, di responsabilità, di coerenza con la nostra professione. Anche di eticità e coscienza». Dattolo ricorda anche che l'istruttoria dell'Asl si dovrà chiudere entro il 31 agosto. «Quelli che scatteranno domani sono solo i primi provvedimenti». Ma una volta sospesi se ci si vaccina si può riprendere il lavoro? e se sì, dopo un inoculo o due? Il Dl 44 tace su tutto come ha confermato
Enrico De Pascale a Doctor 33, ricordando però che altre norme consentono al cittadino immunizzato di avvalersi del "green pass" dopo 15 giorni dall'inoculo della prima dose. Ragionando per analogia, la risposta dovrebbe essere affermativa, ma «dev'essere in ogni caso l'Asl a revocare l'atto di accertamento, non può farlo l'Ordine».
Mauro Miserendino