Politica e Sanità

set152021

Professioni sanitarie, infermieri sempre pochi. Boom di richieste negli atenei del sud

Nell'Italia che continua a laureare tanti medici quanti infermieri, contrariamente al resto d'Europa, fa notizia il boom di immatricolazioni negli atenei del Sud per aspiranti infermieri e professionisti sanitari. Ai test d'accesso svolti nelle 37 sedi universitarie si sono iscritti ai 22 corsi di laurea delle professioni sanitarie circa 72.800 candidati contro i 72.500 del 2020 (+0,3%), a fronte di un'offerta di posti aumentata rispetto ad un anno fa da 25 mila a 28.863 posti a bando (+14%). Ma attenzione, dai dati che giungono dalla Conferenza permanente delle Classi di laurea delle professioni sanitarie tra le varie Regioni si vanno manifestando inedite differenze: sono in crescita le due Università del Lazio che salgono del 6,7%, passando da 9.173 domande dello scorso anno alle 9.791 attuali; boom anche per la Puglia con +7,5%, da 5.351 a 5.753, e della Campania con +5,5% da 6.207 a 6.551; aumenta dell'1% la Sicilia, da 6.865 a 6.793. Nel Nord l'Emilia Romagna con un +0.5%, da 6.627 a 6.657 domande, è in controtendenza rispetto alle 5 università lombarde (-2,8%) a quelle piemontesi (-11,4%, da 4.839 a 4.288), alle due del Veneto (-4,6% da 6.313 a 6.023) e alle tre toscane ( -4,3%, da 5.336 del 2020 alle attuali 5.109).

«La scelta di iscriversi al Sud è in parte figlia di quanto accaduto lo scorso anno quando le regioni chiusero le frontiere per il coronavirus e molti studenti tornarono a casa; alcuni di essi hanno deciso di trasferirsi definitivamente al Sud, altri si sono immatricolati vicino casa per evitare il ripetersi di esperienze simili», dice Angelo Mastrillo segretario aggiunto della Conferenza nazionale Corsi di Laurea Professioni sanitarie e docente dell'Università di Bologna in Organizzazione delle professioni sanitarie. «D'altra parte in questi anni il gap nella qualità degli insegnamenti tra le facoltà scientifiche si è molto ridotto, i giovani degli atenei del Mezzogiorno sono in grado di proporsi brillantemente altrove». Vediamo ora da vicino quali sono i trend per professione: sugli scudi, gli infermieri con 27.657 domande, esattamente 3.110 in più di un anno fa, per un totale di 17.394 posti a bando. Seppure tra i posti vi sia stato un aumento, 17 mila non sono i 24 mila chiesti dalla Federazione delle Professioni infermieristiche. Mastrillo enumera i dati che fanno riflettere: «La Fnomceo chiedeva 11 mila posti per i medici, le regioni 14 mila, alla fine le università ne hanno concessi 15 mila; la Fnopi e la conferenza Stato Regioni chiedevano 24 mila infermieri, alla fine l'università ne ha concessi soltanto 17 mila. Con un'avvertenza, mentre con i ricorsi contro il test di Medicina forse i tribunali potrebbero riammettere una parte di studenti che non era passata, aumentando i posti, tra gli infermieri i posti sembrano destinati anche quest'anno a diminuire (ma le cose possono cambiare!); infatti, intorno al primo anno si registra la punta di un tasso di abbandono che fisiologicamente nel suo complesso è del 25% degli immatricolati. Una percentuale dovuta al fatto che alcuni candidati poi si indirizzano a professioni meno pesanti che avrebbero voluto "puntare" inizialmente. Per i fisioterapisti - esemplifica Mastrillo - su 2600 posti le domande sono state anche quest'anno molto tante quanto quelle per gli infermieri, 21.923, con ben 8,4 richieste per ogni posto (un anno fa però erano 11) che stridono con le 1,6 per gli infermieri e superano persino le 5 domande per posto a Medicina. Al di là del fatto che la professione infermieristica crescerà di importanza e ruolo in questi anni, essa all'esterno viene percepita come meno autonoma, più "da dipendente". E poi all'estero la retribuzione del "nurse" è nettamente superiore alla nostra».

Guardando nello specifico alcune Professioni sanitarie, quelle con più di mille posti a bando, si rileva come crescano le domande per Ostetricia del 2,2%, da 6.166 dello scorso anno a 6.281 di questo su 1.034 posti; c'è un boom dei Tecnici di Radiologia (+14,8%, da 3.854 a 4.436 su 1.297 posti) e c'è una crescita dei Tecnici di Laboratorio (+5,5%, da 1.916 a 2.006 domande su 1.212 posti). Complessivamente, con la crescita di quest'anno si ferma il trend negativo del -3,2% di domande di ammissione presentate nel 2020. Il rapporto delle domande su posto a bando, pari a 2,5, scende dal 2,9 del 2020 e dal massimo di 4,9 registrato nel 2011: c'è più chance di trovare un posto all'università e in prospettiva un lavoro. Un cenno infine per Veterinaria, il cui esame si è svolto l'1 settembre - anche qui con un quiz a quanto pare riportante un errore: il corso di studi registra un +18,2% di domande, da 10.002 dello scorso anno alle attuali 11.825, a quasi parità di posti, 888 quest'anno e 890 lo scorso anno, con rapporto domande/posti di 13,4, maggiore dell'11,2 dello scorso anno.

Mauro Miserendino
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